MALATTIE TRASMESSE DALLE ZECCHE:  PIROPLASMOSI

 

Dott.ssa Paola Vincenzi

Medico veterinario

 

La piroplasmosi o babesiosi è una malattia trasmessa dalle zecche. L’agente patogeno è il protozoo Babesia canis ed è diffuso in tutto il mondo. In Europa ha importanza rilevante in Francia, Germania, Ungheria, Italia e Olanda. I vettori di babesia canis sono la zecca Rhipicephalus sanguineus nelle zone a clima caldo e Dermatocentor reticulatus nelle zone più fredde. La zecca si infetta durante il pasto di sangue su un canide ammalato e la trasmette ad altri cani direttamente cambiando ospite per completare il pasto di sangue o, molto importante, trasmette la babesia alle sue uova,…quindi da una zecca femmina infetta nascono 2000-8000  larve, ninfe e quindi zecche adulte infette e portatrici di piroplasmosi!!! Un terreno che ospita zecche portatrici di piroplasmosi rimane infetto anche per 9-12 anni! Quindi se siamo stati sfortunati ed il nostro cane ha preso la piroplasmosi frequentando una determinata zona è meglio non frequentarla o assicurare allo stesso una valida protezione contro le zecche!

 

Sembra che l’infezione passi dalla zecca al cane dopo 1-2 giorni che questa è costantemente ancorata al cane per nutrirsi, quindi, come già detto nel capitolo riservato alle zecche, è buona norma togliere manualmente o con l’aiuto di un antiparassitario le eventuali zecche “raccolte” dal cane subito dopo una passeggiata o una battuta di caccia.

 

Malattia e segni clinici

La babesia canis causa una anemia emolitica di intensità variabile. La presentazione clinica varia a seconda del grado di infezione, dell’età del cane, dal suo stato immunitario e dalla contemporanea presenza di altri agenti patogeni complicanti.

 

Per farvi capire vi descrivo come agisce questo protozoo: una volta entrato nel circolo sanguigno di una cane entra in un globulo rosso dove si moltiplica. Da una babesia se ne formano 2, poi 4, poi 8, poi 16…..fino a distruggere il globulo rosso (=emolisi),à le 16 o 32 babesie che vengono così liberate in circolo infettano a loro volta altrettanti globuli rossi dove si moltiplicano e ne causano la distruzione ecc…, ecco perché è una malattia a rapida evoluzione.

 

Incubazione: 1-2 settimane

 

I segni clinici sono diversi in base alla velocità alla quale si sviluppa l’anemia emolitica :

 

-         forma iperacuta: anemia emolitica super rapida con morte dell’animale in poche ore per choc ipovolemico. E’ il caso della malattia nelle zone endemiche e in caso di cani con deboli difese immunitarie

 

-         forma acuta: è la forma più frequente. C’è febbre, spesso molto alta, anoressia cioè il cane non mangia o mangia molto poco e svogliatamente, l’animale sembra triste, può avere vomito e diarrea e soprattutto le urine sono in un primo momento molto gialle, poi arancioni fino a diventare color marsala o coca-cola. Le mucose delle labbra e occhi sono pallide e poi tendono al giallo e la morte sopraggiunge in pochi giorni se non viene fatta una terapia mirata al più presto

 

-         forma cronica: il cane ha una strana febbre intermittente, è svogliato, non rende atleticamente, mangia poco. E’ la forma più difficile da diagnosticare

 

Ogni qualvolta il cane manifesti qualcuno dei suddetti segni clinici è buona norma portarlo velocemente dal veterinario per una visita, soprattutto se ha avuto zecche nei giorni precedenti (anche 20-30gg). Ricordatevi che poche ore possono essere d’aiuto per salvare la vita al vostro cane

 

Complicazioni:

trombi, danni renali, danni al fegato, danni cerebrali da mancata ossigenazione, choc, insufficienza respiratoria acuta ecc…

 

Terapia:

La terapia d’elezione è un farmaco considerato “antidoto”, da iniettare una volta effettuata la diagnosi.

E’ talvolta necessaria una trasfusione di sangue ed in ogni caso una terapia di supporto per evitare i danni collaterali della malattia agli organi.

 

Prevenzione:

-         antiparassitari

-         vaccino: in taluni paesi europei è disponibile un vaccino. Esso non impedisce l’infezione, ma attenua e limita la severità dei segni clinici. E’ consigliato nelle zone endemiche

-         profilassi: uno dei farmaci usati come antidoto può essere usato, in dosi differenti, anche come profilassi in caso il cane debba recarsi in zone endemiche di piroplasmosi. Lo protegge per 4 settimane circa.